Titolo: Kaddish '95
Autore: Marco Di Porto
Editore: PeQuod
Pagine: 110
Prezzo: € 12,00
Kaddish ‘95 è un libro di racconti, di storie semplici che racchiudono piccole grandi verità.
Punto centrale di questi racconti è lo scorrere del tempo, per cui questo libro raccoglie preziosi momenti di vita, li ruba al tempo e all'oblio della dimenticanza.
Inizialmente, di questo libro mi ha colpito la quarta di copertina dove c'è scritta l'etimologia della parola kaddish. Essa è un'antica parola aramaica e vuol dire "santificazione". Santificar in italiano significa "mettere da parte", "riservare", sottrarre qualcosa all'uso quotidiano per destinarlo ad uno scopo "più grande".
La seconda parte del libro è dedicata a un racconto autobiografico. L'autore infatti la dedica alla famiglia paterna e delinea una piccola saga familiare che parte dalla Roma ebraica del 1948 ai giorni nostri. La narrazione dà molto spazio ai legami, agli affetti e sull'emotività ma le considerazioni personali sul sentirsi ebreo, e la cultura ebraica in generale, possono dare al lettore una buona opportunità di riflessione.
Tutto il libro è molto scorrevole e breve, nonostante ciò ci sono alcuni passi che ti rimangono dentro.
"Sai nonna, credo che non importa chi ami. L'importante è essere capaci, ad amare"