I dieci racconti piú belli ed introvabili di una grande donna
Pillole biografiche
Dorothy Parker (1893 - 1967) è un'icona del ventesimo secolo, protagonista della New York degli Anni Venti e Trenta.
È nata nel 1893 dal ramo povero dei Rothschild (noti banchieri) ma ben presto ha dovuto capire la durezza della vita: a cinque anni perde la madre.
Padre ebreo, matrigna protestante, Dorothy andò a scuola in un istituto cattolico, da cui fu espulsa quando definì l'Immacolata Concezione "una combustione spontanea". Già questo ci fa capire il forte temperamento della Parker.
Nel 1914 comincia a scrivere per " Vogue" e in seguito per "Vaniy Fair". Troppo diretta ed esplicita nei suoi giudizi, nel 1920 venne licenziata. In segno di solidarietà si dimisero Robert Benchley e Robert E. Sherwood, due giornalisti che crearono con la Parker la famosa Tavola Rotonda all' Algonquin Hotel. Quando venne fondato il "New Yorker" nel 1925, Parker e Benchley diventarono collaboratori fissi.
Spesso preda della depressione (tentò il suicidio più volte), Dorothy Parker è stata una donna straordinaria: protestó contro la condanna di Sacco e Vanzetti, emigrati italiani (nell’aprile del 1920 in un clima permeato da pregiudizi e da ostilità verso gli stranieri, furono accusati di essere gli autori di una rapina ad una fabbrica di calzature in cui rimasero vittime un cassiere e una guardia armata), andò in Spagna durante la Guerra civile, era presente in qualità di volontaria corrispondente di guerra durante il secondo conflitto mondiale e si batté in prima linea per i diritti civili negli Anni Sessanta.
"Eccoci qui" (Astoria edizioni) raccoglie i 10 racconti (introvabili ormai da anni) della Parker, dieci perle di letteratura americana che mi hanno entusiasmata e tenuta incollata alle pagine.
Vorrei riportare i titoli:
1. Composizione in bianco e netto
2. Consigli alla piccola Peyton
3. Il meraviglioso vecchio signore
4. Mr Durant
5. Una bella bionda (considerato il suo capolavoro)
6. Che bel quadretto
7. Il piccolo Curtis
8. Che peccato
9. Cavallina
10. Eccoci qui
Per ognuno di questi affreschi dell'animo americano, la Parker intinge il pennello nell'eleganza ma anche nella malinconia venata di tristezza. Ogni racconto tratta di un tema specifico, ad esempio Composizione in bianco e nero è una delle più feroci descrizioni del razzismo della buona società.
La Parker rivela, in questi racconti, le ipocrisie, le vanità, i miti e le fobie dei suoi personaggi e lo fa con uno stile impietoso, a volte divertente, velato di ironia. La lettura è scorrevole, estremamente piacevole e il lettore é coinvolto totalmente perché dalle pagine trapela, chiaramente, la passione dell'autrice per la scrittura e per la vita, la sua partecipazione attiva nella lotta contro le ingiustizie, contro i pregiudizi e il conformismo del mondo dell'alta borghesia.
Sulla quarta di copertina, si legge che l'autrice scrive "per le donne di cui capiva la rabbia dalla A alla Z".
Un libro imperdibile.